"Trasformazione"
Mi è difficile ricordare chi o cosa fossi, prima del cambiamento.
So per certo di non essere stato sempre così, di aver avuto una vita felice, vigorosa e in salute, prima di questa.
Purtroppo i ricordi si attenuano di giorno in giorno, sfumando inesorabili, al punto che ormai non sono più certo che l'altra vita non sia stata tutto un sogno.
Ricordo bene la mia trasformazione, però.
L'aria era immobile già da parecchi giorni, stagnante oserei dire. Il caldo della mia cella era insopportabile, afoso, e persino l'atto di respirare richiedeva uno sforzo notevole.
Non sapevo bene come vi fossi arrivato, poiché un potente torpore annebbiava i miei sensi, smorzando le mie percezioni e rallentando i miei pensieri.
Le pareti della prigione sembravano stringersi, stringersi e stringersi ancora, alimentando la mia claustrofobia.
Ed era buio. Buio come la notte più nera.
Come se non bastasse, percepivo che inquietanti mutamenti quotidiani aggredivano il mio corpo, sfigurandolo senza pietà.
Dapprima, i miei occhi si ingrossarono e si arrotondarono, poi crebbero in numero e migrarono verso la sommità del capo.
I miei arti divennero magri, quasi filiformi, e talmente lunghi che non potevo estenderli in nessuna direzione senza toccare le pareti, costringendomi, verso la fine, a tenerli incrociati sul mio corpo.
La mia schiena si ingobbì, poi il mio dorso si divise in più parti, per non ricongiungersi mai più.
Poco prima che impazzissi, un breve spiraglio di luce comparve innanzi a me. Era troppo piccolo per consentire la fuga, eppure rappresentava la mia unica possibilità.
Così presi a spingere, ad agitarmi, a protendermi con tutte le mie forze verso quell'uscita, verso un barlume di speranza e l'idea di libertà.
Mi ci vollero ore, ma alla fine riuscii nell'impresa.
Riposai a lungo fuori dalla mia prigione.
Sfinito, provato, quasi morto.
Respirai più volte l'aria fresca del mattino, così diversa da come ricordavo, o forse io ero diverso, e con me i miei polmoni.
Non aveva importanza. Ero libero.
Sicuro di me, come se non avessi mai fatto altro, spalancai le mie nuove, coloratissime ali e volai per la prima volta.
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