"STAZIONE"
Alla Stazione Centrale di Palermo, in mezzo al vociare chiassoso e all'andirivieni giornaliero, tra gli sbuffi dei pendolari e gli odori di cibo scadente, è possibile, quando non si è in preda alla fretta, incontrare una persona.
Si tratta di un uomo, un signore anziano, sull'ottantina.
Siede sempre allo stesso posto, su una panchina rivolta verso il binario 3, e attende.
E' sempre ben vestito e curato nell'aspetto, composto, educato, pronto a scambiare quattro chiacchiere con tutti.
Spesso, tiene le mani poggiate sul suo bastone da passeggio e scruta i binari con nostalgia, rievocando memorie antiche e sogni lontani, ormai sbiaditi dal tempo.
"Faceva il capotreno", o così dice la gente.
"Viaggiava in lungo e in largo per il paese, ora gli manca" sostengono altri.
"Attende un amore perduto" spiega il giornalaio.
A chi gli domanda spiegazioni, l'anziano sorride beatamente, senza rispondere.
E' lo spirito della stazione, che aspetta sempre il prossimo treno per accogliere e arricchire.
Nessuno saprà mai il suo segreto.
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