"Metropoli"


Cinque miliardi trecentodiciasette milioni ventiduemila e sedici persone.
Questo era il vertiginoso numero di abitanti che La Città conteneva all'epoca della caduta.
Le leggende raccontano di come la sua popolazione sciamasse costantemente per le strade affollate, affaccendandosi senza posa.
La colossale metropoli ricopriva buona parte dei sette continenti, estendendo sinuosa i propri quartieri su tutto il globo terracqueo.
Ogni zona era collegata alle altre per mezzo di strade e ferrovie sopraelevate, così che qualunque cittadino potesse raggiungere la propria destinazione nel più breve tempo possibile.
Non esisteva la notte, poiché migliaia di luci scintillavano a giorno come soli nelle tenebre e il silenzio era un concetto impossibile da immaginare, perché un lieve ronzio indaffarato era sempre presente, ovunque ci si recasse.
Ogni individuo aveva una funzione, un compito essenziale da svolgere per far sì che La Città continuasse a esistere e prosperasse.
Si erano avviate iniziative per raggiungere altri pianeti e, non paga del proprio dominio in superficie, la metropoli si era espansa nelle viscere della terra, nel tentativo di guadagnare spazi e colonizzare il buio del sottosuolo.
Era stata questa scelta a segnarne la fine.
Con un boato fragoroso, La Città era crollata su se stessa, seppellendo tutti gli abitanti e, con essi, i suoi segreti.
Solo le periferie più estreme si erano salvate dal disastro e, ormai isolate, avevano nel tempo dimenticato lo splendore che le aveva unite.
Della grandezza che fu, non restano ormai che rovine e macerie.
Solo la sera, nelle notti più nere, la grande voragine rivela ancora un tenue, lievissimo bagliore.
E un lontano brusio.

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