Nella Venezia del medioevo, durante le pestilenze, i medici erano soliti coprire il proprio volto. La loro maschera, assai riconoscibile, era stata concepita per avere due aperture per gli occhi, coperte da lenti di vetro, due buchi per il naso e un grande, adunco becco ricurvo, all'interno del quale erano collocate sostanze profumate (fiori secchi, lavanda, timo, foglie di menta, chiodi di garofano, aglio e, quasi sempre, spugne imbevute di ac eto). Tale accessorio, definito per l'appunto "maschera dello speziale" veniva indossata per un duplice scopo: innanzitutto, esso consentiva ai medici di sopportare i miasmi nauseabondi emanati dai corpi degli appestati e dei cadaveri e, in secondo luogo, serviva a preservare debolmente dal contagio per inalazione. L'idea di un abito completo, che proteggesse il guaritore dalla testa ai piedi, viene oggi attribuita a Charles de Lorme, medico di Luigi XIII, nonché uomo di estrema sapienza. La lugubre divisa era costituita...
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