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Visualizzazione dei post da settembre, 2018

"Incubo"

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A differenza di quel che pensa la gente, i peggiori incubi non si vivono mentre si dorme. Essi scivolano di soppiatto nelle nostre menti sotto forma di un pensiero fisso, ricorrente e ossessivo, che martella dall'interno il nostro cranio cercando di uscire. A nulla valgono elucubrazioni e ragionamenti: il chiodo resta lì, tra gli ingranaggi del cervello, sempre più radicato via via che la forza applicata per estirparlo sale, duplica, centuplica. Cercare di sedare ogni preoccupazione, infatti, non ottiene che il risultato contrario, e tutto si confonde in un'aura di nevrosi, insofferenza e fastidio, che inesorabilmente conducono all'insonnia. E' a questo punto che le cose si confondono ancora. Il pensiero lucido si sfalda, preda della stanchezza; sembra di non pensare a nulla, di non avere neanche più la forza di riflettere, eppure l'ossessione resta lì, sottopelle, a logorare anonima il nostro precario equilibrio. Quando è cominciato l'incubo? Quand'è c...

"Sottoterra"

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L’enormità della mia stoltezza mi fu chiara del tutto in un unico istante, quasi che tale sensazione avesse atteso a lungo, prima di palesarsi, il momento più opportuno. Da tempo ero consapevole dell’animo meschino dei miei colleghi ricercatori, e sapevo bene quanto fosse profonda la loro invidia nei miei confronti, ma non avrei mai immaginato si potessero spingere sino a tanto. Sin dalla mia promozione, i miei “stimati collaboratori” avevano cominciato a nutrire dei seri dubbi sulle mie capacità, ritenendo che l’incarico da me ricoperto fosse dovuto esclusivamente alle attenzioni carnali nei miei confronti da parte della direttrice del progetto. Ovviamente, si tratta di mere calunnie. Purtroppo la verità è difficile da dimostrare, e ben presto le malelingue decisero di far terra bruciata intorno a me, lasciandomi solo tra le schiere dei nemici. La situazione era critica, la tensione alle stelle, e il fatto di non sapere con certezza per quale dannato motivo stessimo trivella...

"Oceano"

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Adam camminava da solo per le strade polverose della metropoli, ormai abbandonata. I grandi edifici fatiscenti si reggevano in piedi a stento, e non era insolito, di tanto in tanto, udire in lontananza il solitario eco di qualche crollo. Il ragazzo non conosceva quei luoghi assurdi, quei vicoli tortuosi percorsi da liberi venti e palle di spine.  L'interno del bunker non offriva un simile panorama, e di certo il calore ristagnante sull'asfalto delle strade era ben diverso dal fresco sotterraneo cui era abituato. Non era mai salito in superficie fino a quel momento ma, adesso che era rimasto solo al mondo, era necessario provvedere a se stessi. Ogni cosa era aliena per lui. Ovunque, Adam riusciva a scorgere dettagli di vite passate, oggetti senza scopo, tasselli perduti di puzzle dispersi dal tempo. Alla vista del cielo, la mente del ragazzo aveva vacillato, e ci era voluto più di un quarto d'ora affinché Adam trovasse finalmente il coraggio di staccarsi dal muro. ...

"Fuochi Fatui"

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E' oggigiorno indubbio come la Chimica, la Biologia e in generale tutte le branche della Nuova Scienza abbiano consentito di evolvere il nostro soporoso intelletto ben al di là di quanto fosse anche solo immaginabile, secoli or sono.  I progressi ottenuti in tali campi sono senz'altro strabilianti, ben accetti e degni di lode, ma neppure il più arrogante degli scienziati si sognerà mai di definire conclusi gli studi sullo scibile, riconoscendo, anzi, come ogni risposta catturata faticosamente dall'ingegno umano generi a sua volta una cascata di domande.  Come investigatore del mondo e indagatore dell'occulto, pochi misteri hanno suscitato la mia curiosità quanto i fuochi fatui, fenomeno naturale certamente sconosciuto ai più. Si tratta di fiammelle bluastre, dall'aspetto evanescente e tetro, che spesso si manifestano a livello del terreno in particolari luoghi come cimiteri, paludi e stagni nelle brughiere. Il periodo migliore per osservarli parrebbe essere ne...

"Maschere"

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Nella Venezia del medioevo, durante le pestilenze, i medici erano soliti coprire il proprio volto. La loro maschera, assai riconoscibile, era stata concepita per avere due aperture per gli occhi, coperte da lenti di vetro, due buchi per il naso e un grande, adunco becco ricurvo, all'interno del quale erano collocate sostanze profumate (fiori secchi, lavanda, timo, foglie di menta, chiodi di garofano, aglio e, quasi sempre, spugne imbevute di ac eto). Tale accessorio, definito per l'appunto "maschera dello speziale" veniva indossata per un duplice scopo: innanzitutto, esso consentiva ai medici di sopportare i miasmi nauseabondi emanati dai corpi degli appestati e dei cadaveri e, in secondo luogo, serviva a preservare debolmente dal contagio per inalazione. L'idea di un abito completo, che proteggesse il guaritore dalla testa ai piedi, viene oggi attribuita a Charles de Lorme, medico di Luigi XIII, nonché uomo di estrema sapienza. La lugubre divisa era costituita...

"Salve a tutti"

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Da qualche giorno, complice l'esempio di un caro amico, ho deciso di riprendere la stesura di questo "Blog dell'Improbabile". Dopo un silenzio lunghissimo e un'assenza del tutto ingiustificata, quest'angolo di web torna a voi in una nuova veste grafica, con nuovi temi e considerazioni. Spero vivamente che, questa volta, l'iniziativa sia più duratura. Nel frattempo, ho deciso di provare a scrivere un racconto al giorno: una specie di #RoadtoHalloween o giù di lì, di volta in volta su un tema diverso. Fatemi sapere cosa ne pensate. P.S. Qui il link del "Blog ispiratore"  https://aven90.wordpress.com/

"Trauma"

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Non so se c'è mai stato un tempo in cui la mia vita sia stata serena, candida, ovattata in quel senso di pace e tranquillità che adesso mi sembra così falso e ipocrita, se descritto da altri. Costantemente, però, mi capita di avere la sensazione che ci sia stato un "prima" dell'incidente, un periodo profondamente diverso e intrinsecamente ingenuo, e che adesso io mi stia accontentando delle macerie della mia esistenza, vagabondo infreddolito di uno scenario desolato e spento. I miei ricordi sono braci che dormono sepolte sotto la cenere, e bruciano traditrici quando ti soffermi su di loro. Altre volte, feriscono al petto come pugnali, i peli sulla nuca si rizzano lesti e una gelida elettricità frizza possente lungo tutto il mio corpo, mentre una voce lontana, che è sempre la mia, grida a più riprese una serie di ordini nel tentativo di trasmutare il passato. Un tempo leggevo, e tanto. Un tempo facevo attività fisica, ero una persona solare ed energica. Adesso, i mi...

"Metropoli"

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Cinque miliardi trecentodiciasette milioni ventiduemila e sedici persone. Questo era il vertiginoso numero di abitanti che La Città conteneva all'epoca della caduta. Le leggende raccontano di come la sua popolazione sciamasse costantemente per le strade affollate, affaccendandosi senza posa. La colossale metropoli ricopriva buona parte dei sette continenti, estendendo sinuosa i propri quartieri su tutto il globo terracqueo. Ogni zona era collegata alle altre per mezzo di strade e ferrovie sopraelevate, così che qualunque cittadino potesse raggiungere la propria destinazione nel più breve tempo possibile. Non esisteva la notte, poiché migliaia di luci scintillavano a giorno come soli nelle tenebre e il silenzio era un concetto impossibile da immaginare, perché un lieve ronzio indaffarato era sempre presente, ovunque ci si recasse. Ogni individuo aveva una funzione, un compito essenziale da svolgere per far sì che La Città continuasse a esistere e prosperasse. Si erano avviate i...

"Brindisi"

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"Devo dire che sono rimasto alquanto sorpreso da questo tuo invito - disse John, abbozzando un sorriso sornione, le labbra da rettile appena increspate - Credevo non ti avrei mai più rivisto". "Davvero? - rispose Julia, marmorea - E perché mai?" John non replicò immediatamente, ma raccolse tutto il tempo necessario, pregustando ogni singola parola della frase successiva. "Credevo ce l'avessi con me per l'acquisizione della società. Ti conosco. So bene quanto detesti perdere". Il viso di Julia restò impassibile, senza che alcun accenno anatomico potesse palesare la benché minima emozione. "Acqua passata" sibilò infine. "Ah sì? - rincarò John, malevolo - Allora la pensione fa davvero miracoli! Se l'avessi saputo, ti avrei messa nel sacco anni fa". Lei scagliò uno sguardo inceneritore verso l'altro capo del tavolo, ma si trattenne dal rispondere a parole. "Molto bene - gongolò John, adagiandosi sullo schiena...

"Vita"

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Ecco qui. Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, eppure in questo momento sono stupito. Penso sia così per tutti, anche se, ovviamente, non avrò mai modo di chiederlo a nessuno. Del resto, si sa, i morti non parlano. Ho esalato il mio ultimo respiro giusto qualche ora fa sul divano, davanti alla tivù. Nessuna morte epica, nessun estremo sacrificio o slancio di generosità, dunque; solo un pezzetto di gambero bloccato in fondo alla gola e nessuno ad aiutarmi nelle vicinanze. Ricordo distintamente l'urlo di mia moglie che scopre la scena, la telefonata al medico, la constatazione di decesso rapida e formale. Posso ancora percepire il vestito buono scivolarmi addosso, le carezze dei miei cari, l'ultimo bacio dei miei figli. Tatto e udito sono ancora integri, anche se non so per quanto. C'è stato un certo trambusto durante il trasporto della bara, ma adesso tutto tace. Sono arrivato, credo. Ho avuto paura, anche se è stato strano provarla, perché il cuore non batteva....

"Trasformazione"

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Mi è difficile ricordare chi o cosa fossi, prima del cambiamento.  So per certo di non essere stato sempre così, di aver avuto una vita felice, vigorosa e in salute, prima di questa. Purtroppo i ricordi si attenuano di giorno in giorno, sfumando inesorabili, al punto che ormai non sono più certo che l'altra vita non sia stata tutto un sogno. Ricordo bene la mia trasformazione, però. L'aria era immobile già da parecchi giorni, stagnante oserei dire. Il caldo della mia cella era insopportabile, afoso, e persino l'atto di respirare richiedeva uno sforzo notevole. Non sapevo bene come vi fossi arrivato, poiché un potente torpore annebbiava i miei sensi, smorzando le mie percezioni e rallentando i miei pensieri. Le pareti della prigione sembravano stringersi, stringersi e stringersi ancora, alimentando la mia claustrofobia. Ed era buio. Buio come la notte più nera. Come se non bastasse, percepivo che inquietanti mutamenti quotidiani aggredivano il mio corpo, sfigurandolo se...

"Morte"

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"Non potrei avere giusto un po' di tempo in più?" La Morte non rispose, impassibile. Dall'inizio dei tempi, quella domanda l'aveva accompagnata ovunque, senza sosta, molto più dei "Perché?", dei "Ma come?" e dei "Non è giusto".  "No, non si può - pensò tra sè - La Legge è Legge." Poi, si limitò ad allungare una mano scheletrica e indicò alla propria destra, verso la porta di luce lì accanto. L'anima implorò, pregò, promise, urlò e si avventò contro di lei, cercando in tutti i modi di aggiungere un giorno, un'ora, un minuto alla propria vita. La Morte la lasciò sfogare, poi, quando l'altra finalmente si fu rassegnata, indicò nuovamente la via. Attraverso la soglia, ogni spirito vedeva qualcosa di diverso. Certuni gridavano, altri ammutolivano, altri ancora non osavano guardare. Quasi tutti piangevano. La Nera Signora non scorgeva mai nulla, però. Non le era concesso di osservare un mondo senza di lei. Al mass...

"STAZIONE"

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Alla Stazione Centrale di Palermo, in mezzo al vociare chiassoso e all'andirivieni giornaliero, tra gli sbuffi dei pendolari e gli odori di cibo scadente, è possibile, quando non si è in preda alla fretta, incontrare una persona. Si tratta di un uomo, un signore anziano, sull'ottantina. Siede sempre allo stesso posto, su una panchina rivolta verso il binario 3, e attende. E' sempre ben vestito e curato nell'aspetto, composto, educato, pronto a scambiare quattro chiacchiere con tutti.  Spesso, tiene le mani poggiate sul suo bastone da passeggio e scruta i binari con nostalgia, rievocando memorie antiche e sogni lontani, ormai sbiaditi dal tempo. "Faceva il capotreno", o così dice la gente. "Viaggiava in lungo e in largo per il paese, ora gli manca" sostengono altri. "Attende un amore perduto" spiega il giornalaio. A chi gli domanda spiegazioni, l'anziano sorride beatamente, senza rispondere. E' lo spirito d...