Fragile



Il signor Attila Li Forti era sempre stato una persona estremamente fragile e timorosa, anche per gli standard di un comune ragioniere.
I suoi genitori avevano regalato al loro unico figlio quel nome per esprimere sicurezza e forza, sperando che il nascituro acquisisse almeno un minimo di ardore, ma le loro aspettative si erano ben presto ridimensionate.
Sin da piccolo, Attila sembrava inciampare in qualsiasi ostacolo che la vita potesse porgli innanzi, incapace di fronteggiare la benché minima avversità.
Alle volte, aveva la prontezza di sfuggire al confronto con le difficoltà ma, nella maggior parte dei casi, non faceva altro che rimanere paralizzato di fronte a qualunque vicissitudine. 
In quei momenti, Attila si bloccava senza scampo e non c'era modo di farlo riprendere.
Gli succedeva da sempre: lo sguardo si bloccava sul nulla e il suo corpo non rispondeva più a nessuno stimolo, amico o nemico. Tutti i muscoli si contraevano in un ammasso inamovibile, mentre la bocca diventava secca e incapace di proferire parola. 
Non si trattava soltanto di un blocco fisico, però. Anche la mente di Attila si ritrovava congelata: costretta in uno stato di mutismo e impossibilitata a mettere a fuoco la realtà.
In quello stato, Attila dimenticava persino chi fosse, mentre tutto il suo essere veniva dirottato verso un rumore secco e improvviso, che gli sembrava di sentire in mezzo agli occhi, a metà tra l'incrinarsi di uno specchio e lo scoppiare di una bolla.
Era necessario parecchio tempo perché si riprendesse da quei momenti, e ogni volta il povero Attila riemergeva estremamente provato e con un fortissimo mal di testa.
L'ultima volta che gli era successo, tre anni prima, durante una sfuriata del proprio titolare, il ragioniere aveva sperimentato un'angoscia di morte terribile, e aveva temuto di non riaversi mai più. Lo scricchiolio tra gli occhi e lo scoppiettio di sottofondo si erano fatti ancora più pungenti, diramandosi fino al petto e ancora un po' più in giù.
Spaventato dall'esperienza, il signor Attila si era ripromesso di tutelarsi ancora di più, evitando qualunque trauma e decidendo di vivere il più tranquillamente possibile il resto dei suoi giorni.  
Ma il giorno del suo quarantesimo compleanno fu l'ultima goccia, per lui.
Arrivò in ufficio puntualissimo, come sempre.
Varcò la soglia della propria stanza e un gruppo di colleghi sbucò fuori da dietro un angolo portando una torta ed esclamando: "SORPRESA!"
Fu un duro colpo per il povero cuore di Attila. Lo scoppiettio proruppe nel suo petto crepitando all'improvviso, irrefrenabile. 
Il ragioniere strabuzzò gli occhi, lanciò un grido e si frammentò in una miriade di bolle di sapone, che volarono dappertutto, finendo per frangersi sul soffitto in migliaia di piccolissimi "pop".
Quando i colleghi telefonarono per darle la triste notizia, la signora Li Forti si rammaricò ma non si sorprese affatto.
Dopotutto, Attila era sempre stato una persona fragile.

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