Viaggio nel tempo
Preso dall'agitazione, mi affrettai a saltare a due a due le scale esterne della mia villetta, per poi precipitarmi al di fuori del cancello, col cuore in gola.
Fatto qualche passo, però, la mia fretta scomparve di botto, non appena notai con stupore una piccola macchina biposto, parcheggiata proprio di fronte a me.
Il mezzo, lasciato per caso (o volontariamente, chissà) in mezzo alla stradina del mio residence possedeva un aspetto del tutto peculiare, assolutamente unico nel suo genere.
Innanzitutto, il colore: non avevo mai visto, in tutta la mia esistenza, una carrozzeria di un verde così intenso, tanto brillante da sembrare fluorescente (nonostante fosse pieno giorno). I cerchioni delle ruote erano giallo evidenziatore, mentre la coperture dei sedili appariva di un colore indefinibile: qualcosa tra il bordeaux divano e il violetto ultrastellare.
E i comandi! Sbirciando l'interno dell'auto attraverso il finestrino riuscii a vedere tutta una serie di pulsanti e di manopole colorate (soltanto un vistoso cartello con la scritta "Non toccare!" avrebbe potuto invogliarmi di più ad armeggiare con tutta quella chincaglieria).
Ma il dettaglio più strano, più particolare di tutti era forse la forma di quella macchina così particolare: l'automobile, infatti, si presentava alla vista come perfettamente cubica, senza neanche una smussatura.
Insomma... Era la macchina che qualunque Mario Brother avrebbe potuto desiderare!
Il Proprietario?? |
Assolutamente rapito da quella visione, provai con coraggio ad aprire la portiera del posto guida e, con mia somma sorpresa, scoprii che la macchina era stata lasciata aperta!
Non solo, L'incauto proprietario di quella avveniristica vettura aveva addirittura dimenticato le chiavi appese!
Preso dall'emozione, senza sapere bene il perché (e senza riflettere) misi in moto...
E un gigantesco suono onomatopeico simile a un "WAP" o a un "WA-ZAP" si proiettò a caratteri cubitali nel cielo, arancione e gigantesco, segnando l'inizio del mio viaggio nel tempo!!
I sedili (non recrinabili, ma capaci esclusivamente di oscillare a destra e a sinistra) si agitarono senza sosta, mentre un tripudio di forme e piccoli cubicini colorati mi sfrecciava attorno, lasciato indietro dalla mia folle velocità.
Per chi non lo sapesse, chi viaggia nel tempo si ritrova sempre (come Hollywood insegna) all'interno di un ENORME tunnel multicolore, dai contorni indefiniti e senza fine, e così fu anche per me.
Quello che Hollywood non dice, né lascia intuire, invece, è la rinfrescante sensazione di gazzosa al limone che il viaggiatore sperimenta all'incirca a metà del viaggio.
Meccanismo di difesa contro l'accelerazione quantistica?
Reminescenze confuse dell'infanzia?
Desiderio sinaptico di una bibita fresca?
Il dibattito infuria e il giudizio degli scienziati non è ancora unanime.
Comunque sia! Il mio viaggio nel tempo si interruppe bruscamente per via di questo dubbio (che tuttora mi assilla, nelle notti afose).
Dove fossi diretto, quale fosse la mia missione, non mi è dato saperlo.
So solo che ho viaggiato nel tempo sulla macchina cubica più sconvolgente che un daltonico potrebbe mai guidare.
Ed è stato meraviglioso.
P.S.
E voi invece?
Qualche "Sogno Improbabile" di recente?? Lasciate un commento!
Commenti
Posta un commento